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LEXUS LFA 560 CV

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La LFA mantiene quello che il prototipo prometteva, anzi offre di più: è infatti una coupé due posti a motore anteriore-centrale e trazione posteriore lunga 4,505 mm, alta 1.220, larga 1.895 e con un passo di 2.605 mm. Curatissima l’aerodinamica con un cx di 0,31 e un evidente studio in funzione della deportanza. A questo proposito, c’è anche uno spoiler posteriore che fuoriesce dalla coda sopra gli 80 km/h. Il V10 di 4,8 litri eroga ben 560 CV a 8.700 giri/min (116,5 CV/litro) ed il cambio sequenziale è a 6 rapporti in blocco con il differenziale di tipo Torsen.

Il V10 è un vero e proprio motore da corsa: ha le bancate a 72°, valvole e bielle in titanio, pistoni in alluminio forgiato, la lubrificazione a carter secco, farfalle singole, scarico in titanio con collettori del tipo “a spaghetti” per avere identica lunghezza e coperchi della distribuzione in magnesio. La coppia non meraviglia tanto per il valore massimo (480 Nm a 6.800 giri/min), quanto per l’erogazione: il 90% è disponibile da 3.700 giri/min fino al regime massimo di 9.000 giri/min. Pesa come un V8 ed è Euro 5, è piccolo come un V6 e anche lui verrà montato tutto a mano da un addetto che vi apporrà alla fine la propria firma. Il cambio sequenziale a 6 rapporti è sistemato al retrotreno in blocco con il differenziale Torsen in modo da avere il 52% delle masse al retrotreno. La LFA pesa 1.480 kg pari a un rapporto peso/potenza di 2,64 kg/CV.

Merito di questo risultato è la scocca per il 65% in carbonio, una tecnologia che la Lexus ha sviluppato all’interno per tre anni in vista di un suo possibile utilizzo anche sulle future automobili in gamma. Il carbonio inoltre è usato in modo multiforme: si vede grezzo all’interno delle portiere, lucidato sui gusci dei sedili, sui pannelli delle portiere e sulla plancia mentre con lucidatura opaca è posto sulla palpebra sotto il parabrezza per evitare riflessi. Carboceramico anche l’impianto frenante con dischi dell’italiana Brembo così come dal Belpaese vengono i cerchi BBS da 20” in alluminio forgiato con gli pneumatici Bridgestone, anteriori 265/35 ZR20 e posteriori 305/30 ZR20.

 
In alluminio anche le strutture periferiche della scocca e le sospensioni, anteriori a doppio braccio oscillante sovrapposto e posteriori Multilink, ma senza diavolerie elettroniche. Lo sterzo è ad assistenza elettromeccanica, sistema mai utilizzato su vetture così potenti e veloci. Anche questo è il segno che la LFA sembra fine a se stessa, ma non lo è affatto e tutto il patrimonio di conoscenze che racchiude è proiettato verso il futuro. La LFA intanto pretende di poter parlare per le sue prestazioni: 0-100 km/h in 3,7 secondi e 325 km/h di velocità massima.

La portiera si apre premendo sopra il bordo che percorre la portiera fino alla presa d’aria laterale superiore. Il vetro è naturalmente senza cornice, la pelle rossa avvolge i sedili in carbonio che hanno cinture imbottite solo a due punti e un ingegnoso sistema di regolazione elettrico attraverso una sola leva posizionata sul lato esterno della seduta. La plancia è del tutto simile a quella del prototipo ed è avveniristica. Il tunnel centrale è privo di leve, rivestito in titanio e completo del joystick a forma di mouse che comanda il sistema multimediale con schermo da 7 pollici.

Il sistema audio è Mark Levinson a 12 altoparlanti. La strumentazione ha un solo quadrante, ma è un vero capolavoro perché è composta da uno schermo TFT accoppiato ad una ghiera metallica che, se necessario, si sposta lateralmente per fare spazio a ogni tipo di indicazione.

 
La colorazione del contagiri, con scala fino a 10, si può cambiare, ma diventa in ogni caso rosso quando la lancetta si avvicina al limite della zona rossa. Anche il volante è in carbonio, tagliato nella parte bassa e con dietro le leve del cambio solidali però con il piantone. Per commutare il programma di cambiata (Auto, Sport, Normale e Wet) c’è un pulsante sul tunnel, per variarne la velocità secondo una scalda da 1 a 7 c’è un comando sul satellite destro della strumentazione.

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